La donna, la violenza e la vita

mar
2010
16

scritto da in Rassegna stampa

Non è il cancro, nè la guerra o gli incidenti stradali la causa dell’invalidità e della morte delle donne nel mondo. Ben più forte è la violenza che queste subiscono da mariti e fidanzati. Lo rileva il Consiglio d’Europa dichiarando che la forma di violenza che maggiormente colpisce le donne è quella domestica.

In occasione dell’8 marzo, festa della Donna, l’associazione culturale “Angeli” di Manfredonia ha organizzato, domenica scorsa, un convegno-spettacolo sul tema della violenza contro le donne dal titolo “La donna, la violenza e la vita”.

All’iniziativa, ideata da Annarita Caracciolo, presidente dell’associazione nonchè regista, sono intervenuti in qualità di relatori: Innocenza Starace, avvocato penalista di Manfredonia, Rosa Cicolella, presidente della Commissione Pari Opportunità della regione Puglia, e Benvenuto Grisorio, reponsabile delle malattie infettive degi Ospedali Riuniti di Foggia.

L’avvocato Starace ha trattato l’argomento in base all’esperienza diretta in loco legata alla sua professione di legale. “Alcune donne che ho incrociato devono ancora, purtroppo, raggiungere la consapevolezza di se stesse in quanto persone. Esistono vari tipi di violenza a cui vengono assoggettate e molte dei quali avvengono in ambito familiare. Si registrano anche casi di stalking (la legge contro gli atti persecutori del 23 aprile 2009), uno strumento fondamentale di denuncia e prevenzione che può servire ad evitare di sfociare in reati più gravi come la violenza fisica e l’omicidio.

Sono ancora poche quelle donne a Manfredonia che arrivano a denunciare chi usa violenza nei loro confronti soprattutto quando viene spiegato che con il mezzo legislativo possono allontanare il loro persecutore. Le motivazioni sono la paura, la solitudine, la vergogna. Poi esistono forme di violenza più larvata derivanti dal sistema sociale in cui viviamo come l’importanza dell’apparire rispetto all’essere, avere sempre un’immagine adeguata. Per avere tutto ciò le ragazze più giovani scendono a compromessi arrivando a vendere il proprio corpo. Questo tipo di violenza toglie alla donna la libertà di essere se stessa per uniformarsi ai comportamenti sociali di oggi. Spero che le donne cambino atteggimanento, le quali spesso tendono a colpevolizzarsi per la violenza altrui per il proprio spirito di abnegazione nei confronti degli uomini”.

Rosa Cicolella, impeganata da sempre nelle politiche del lavoro in stretto legame con le politiche di genere, ha illustrato gli ultimi dati istat sul tema della violenza contro le donne risalenti al 2007 dove in italia 6 milioni e mezzo di donne, su un campione di 25mila tra i 16 e i 70 anni, subiscono violenza fisica e sessuale pari al 31,9%. Va inoltre considerato che il 95% della violenza subita dalle donne non viene denunciato e che un terzo delle donne non ne parla con nessuno.

“E’ un problema soprattutto di discriminazione culturale atavico dove la donna si sente depositaria di una crocifissione naturale a cui la società la sottopone. Dovrebbe essere naturale in una società che l’uomo e la donna siano uguali ai nastri di partenza con le stesse opportunità. Per le donne, invece, è sempre un cammino in salita, deve mostrare competenza, preparazione rispetto agli uomini. Alle donne non è concesso essere belle tout court, essere spregiudicate, orgogliose del proprio corpo, c’è sempre una lettura di questo modo di essere che può essere frainteso.

Bisogna cominciare dalle scuole materne per il lavoro sulle politiche di genere. Le donne non vanno lasciate sole e devono essere incoraggiate a denunciare e poi sostenute per poter continuare a lottare. Bisogna attivarsi per l’apertura e per la sopravvivenza dei centri antiviolenza come punti di riferimento fondamentali”.

Il dottor Tino Grisorio, che lavora dal 1978 con i tossicodipendenti, i malati di hiv e aids ha spiegato che queste malattie fanno allontanare ancora le persone nonostante gli sforzi della ricerca scientifica che ha fatto diventare croniche queste malattie. “Purtroppo, le campagne di informazione sono diminuite tanto”.

Grisorio, infine, ha ricordato l’importante progetto “Roxana, promosso dalla provincia di Foggia con lo scopo di proteggere e sostenere le donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. “Quello che manca è una rete tra le istituzioni per il sostegno ai servizi verso le donne abusate, occorre lo sforzo di tutti, non è mai troppo tardi impegnarsi per fare del bene”.

Durante la serata, è stato proiettato lo spot “Io sono donna” di Annarita Caracciolo, il video di Adriano Santoro “Chi dice donna dice Daunia” e sono state declamate alcune poesie a tema da Anna Di Giorgio, Antonio Tasso e Anna Rita Robustella.

Get the Flash Player to see this content.

1 commento

  1. daniele

Trackback e pingback

Non ci sono trackback e pingback dispinibili per questo articolo