Vincenzo Di Lascia

Vincenzo Di LASCIA (1918 -2002) poeta, scrittore e critico letterario, nacque a
Rocchetta Sant’Antonio il 15.11.1918, e visse gran parte della sua vita a Manfredonia (Fg).
Figlio di un’antica e nota famiglia di farmacisti (suo padre, Nobile Di Lascia, conosciuto nel paese anche per la sua stretta amicizia con Benedetto Croce), intraprese da subito i suoi studi, frequentando dapprima il liceo classico, poi l’università, seguendo senza alcun dubbio la propria vocazione per la scrittura. Laureatosi in Lettere e Filosofia insegnò in scuole di ogni ordine e grado. Grazie alla sua cultura erudita e al profondo senso critico, collaborò nel passato a numerosissime riviste e a giornali di ogni genere, nazionali ed esteri (Tempo Presente, La fiera letteraria, Paragone, l’Ariete, Prometeo, l’Arenaria, la Procellaria, Silarus, Kursaal, il Times Literary Supplement, Poetry Review e Poetry London).
Di questo grande “uomo del Sud” si è detto che ha scritto molto e pubblicato poco, ma è proprio da quel suo metico “piccolo-grande” scrivere che emerge in maniera chiara la grandezza della sua penna.

Con queste parole Giovanni Marzoli in Controvento ha voluto presentare il “Maestro” Di Lascia:

[…] lirismo asciutto ed austero, in conseguenza di motivi e
di stile. Poeta nell’accezione più alta della parola, nel
significato più illuminante, starei per dire divino del suo
etimo. Poeta, quindi, che è, ed è nato tale, cioè generato
con la forza creatrice di immagini e di sensazioni che
rivelano le verità terrene e penetrano i misteri della
celestialità.

Vincenzo Di Lascia, infatti, ha tenuto stretta corrispondenza con i più noti poeti ed intellettuali italiani degli anni ’50, tra cui Montale, Ungaretti, Caldarelli, Pasternak, di cui sono conservati i manoscritti, e l’Epistolario, un vero calderone di corrispondenze, fino alla sua morte avvenuta silenziosamente a Manfredonia il 17.01.2002.

Sono più di 100 i premi capitolati nell’arco della sua vita, si pensi ad esempio, tra quelli più importanti: il Premio Viareggio; il Gran Premio Montmartre,Pittura, Grafica, Poesia e Scultura (Febbraio 1978); il Premio Internazionale B. Pasternak; L’Oscar di Londra (1979); Il Gran Premio delle Nazioni, III Ed. Concorso Letterario Nazionale; Premio S.Valentrino (Febbraio 1973); Beato angelico (Novembre 1976); V Gran Premio Intenazionale di Pittura, Poesia, Grafica e Scultura, Omaggio a Giacomo Puccini (Maggio 1977); Gran Premio delle nazioni (Maggio 1978); Premio Val Di Serchio(1978); Premio Internazionale di Pittura, Grafica, Scultura e Poesia: Oscar 1978 Londra, Parigi, Madrid; Roma (primo premio assoluto); Concorso Internazionale di un messaggio d’Amore, Terni; Premio San Valentino (Aprile 1979); Premio Internazionale di Poesia e Narrativa: Notte Santa (Bergamo, 1975); Morante; Accademia Universale “Guglielmo Marconi”; Premio letterario in onore di Giovanni (saggistica, Ottobre 1991); Primavera della Valpescara, Poesia, Pittura, Musica, teatro, Critica, Canto, Folklore (primavera 1981); Primo premio assoluto di
saggistica dell’Accademia Internazionale “Contea di Modica”, per “Il Croce e la filosofia come atto di fede” (1986),.Premio nazionale di Poesia, “Cassano Murge”; Accademia di Paestum (Salerno); XXVI Ed. Premio nazionale Paestum (1985); Premio nazionale di filosofia, per il saggio“Il Gentile come storico nell’atto puro”; Premio Accademia di Paestum; Premio S. Valentino; Premio Internazionale di Poesia Religiosa “G.Bosco”;
Premio T.Maestelli e L.Rececconi, ecc.

Altrettanto copiosa e intensa è stata l’attività poetica di Vincenzo Di Lascia, per riviste del settore letterario-filosofico dai nomi prestigiosi come: Tempo presente (di Ignazio Silone); La Fiera Letteraria (direttore V. Cardarelli); L’Etrusco; Quinta Generazione; Davide (1954); L’Ariete (1978-92); Quattordici Febbraio (1979); Controvento (1983); Issimo (1992-2001); La Ballata (1997-2000); Italia Turistica (1977-84); Europa Artistica (1978); Natale in
Puglia (1978); Il Notiziario dell’Accademia Internazionale di Arte Moderna (1979); e tanti altri.

Già a partire dal 1962 si evincono note biografiche e bibliografiche sulla poesia contemporanea e arte contemporanea in genere del “maestro” Vincenzo Di LASCIA (così veniva chiamato dai suoi estimatori e non). Si pensi alla monografia del testo a stampa dal titolo “Chi scrive: repertorio bio-bibliografico e per specializzazioni degli scrittori italiani”; Milano, Istituto Librario Editoriale; Collana: personalità; Volume I, p. 348 (reperibile in
numerose biblioteche italiane mentre nelle biblioteche più vicine, del territorio pugliese, presso Biblioteca provinciale di Foggia e presso Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi di Bari).

Delle innumerevoli poesie pubblicate dal Vincenzo Di Lascia, si riportano in questa sede solo alcune delle più note: Pindarico (1943); Mio calvario (Davide, 1954); I sogni miei (Davide, 1954);Fruscio (L’Ariete, IX 1978); Oggi non so (Quattordici febbraio, 1979); Navigazione agevole (La Vallisa, 1981); Altro è il nostro male (“Colloqui con montale”, La Vallisa, 1981); Rondini (Conrtovento, 1983); Il racconto parcellizzante (Lettera, 1984); Il racconto legittimante (ms.1984); Anche noi vorremmo (Il Carrese, 1985); Fissare la vera identità di chi capisce (ms. 1986); La noia (l’Ariete, 1979); Obbligo (Gradiva, 1986); È (Lettera, terza serie n. XI, fascicolo n. 37, Giugno 1987, p. 82); Lamgage Obstacle (Prometeo, 1987); Poligrafia (Quinta Generazione, 1988); Stellucce (Noi Poeti Italiani, vol.I, 1999) dedicata probabilmente a sua figlia Mariacarla, scomparsa prematuramente all’età di dodici anni, lasciando un segno indelebile anche nella sua scrittura, di cui qui sotto si riporta il verso:

Ho colto stellucce stasera
Lungo i prati del cielo.
Le ho qui al caldo del grembo
Che brillano e brillano.
Sono belle le stelle del cielo
al caldo di un grembo.
Una ahimé s’è spenta
La più bella.
Aveva fra tutte più luce di stelle.

Le ultime collaborazioni di Vincenzo Di Lascia, poco prima della sua scomparsa (2002), si fanno invece risalire a Oggi e Domani, La Vallisa, La Ballata, Issimo, con recensioni o saggi di letteratura, filosofia, arte e politica. Non poche le antologie che si sono occupate di lui: una per tutte “Lui che è” (due voll. con prefazione di Ungaretti).

Particolarmente signifitivo è stato il 2009, anno intenso di lavorazione in memoria della figura del “maestro”. Un caro omaggio alla sua figura di grande e indimenticabile poeta, è quello che ha voluto rendere la regista sipontina Annarita Caracciolo con un cortometraggio magistrale dal titolo “L’uomo che scriveva nell’ombra, Vincenzo di Lascia”(Concorso di cortometraggi, II Edizione, “Corto e cultura nelle mura di Manfredonia”). Un film che ha visto la straordinaria partecipazione dell’attore Gerardo Placido, fratello di Michele Placido, nei panni del maestro Di Lascia e di Dina Valente nel ruolo della moglie, poetessa Rita Brigida.

A partire da quest’anno invece (Luglio 2010), la terza edizione del festival “Corto e cultura nelle mura di Manfredonia”, Concorso di cortometraggi, vedrà arricchirsi di un nuovo premio per la miglior sceneggiatura indedita dedicato al maestro Vincenzo Di Lascia.
È evidente dunque anche a un occhio poco attento e sensibile quanto questa figura camaleontica ed erudita abbia contribuito ad ispessire il panorama letterario contemporanea autoctono e nazionale.
A quanti chiedevano a Vincenzo Di Lascia, durante le sue passeggiate (rigorosamente serali) perché non pubblicasse i suoi romanzi, saggi, tesi filosofiche e tant’altro d’inedito, nascosti gelosamente nei suoi cassetti, rispondeva con queste parole:

[…] perché nessuno dei miei inediti vale la pagina o il
capitolo di quel gran libro che l’umanità va scrivendo
attraverso i secoli.

Con queste poche parole forse, a noi devoti della sua scrittura, viene lanciato quasi un messaggio di forza, e non di sconforto come qualcuno potrebbe liberamente interpretare.
O forse, molto più semplicemente, il “maestro” Di Lascia vuole lasciarci carta bianca, quella stessa carta su cui tutti noi, di tanto in tanto, dovremmo posare e riporre i nostri pensieri, grandi e piccoli che essi siano, per comporre lentamente la musica della nostra anima.
Come scriveva Maria Teresa Di lascia, nonché sua nipote, in Passaggio in ombra (Premio Strega,1995):

Nello spartito della vita, risuoniamo tutti con un’unica nota
le cui vibrazioni mutano impercettibilmente per la materia
che ci accade di essere.

È vero, siamo tutti piccola cosa rispetto al mondo intero, ma pur sempre facenti parte di questo unicum. Siamo tutti note di un unico spartito, quello stesso spartito che è rappresentato dall’umanità, ma di cui ognuno custodisce la propria e unica “sfumatura”, nonché la sua vera essenza.

Con immensa devozione, tua nipote Rita M.

Splenderà la notte come il giorno, né pur la Tenebre a te sarà buia-
-Vincenzo Di Lascia