2019

feb
2020
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Miglior film

TANTE CARE COSE

In tutto c’è stata bellezza, direbbe Manuel Vilas. Il film di Fratini è una sinfonia familiare in cui un presente difficile da spiegare viene illuminato da un passato in super8 dove i luoghi e le persone, avevano tutto un altro colore. Eccellente esempio di Found Footage Film, è un lavoro felicemente alieno dal panorama del cortometraggio italiano contemporaneo. Grandissima Maristella Marinelli. Siamo in zona “capolavoro”.

Miglior regia

AGGRAPPATI A ME

Opera piena di grazia, alla quale una regia equilibrata dona lievità e allo stesso tempo vigore. Coadiuvata da una buona sceneggiatura e da interpreti giusti, la mano di Luca Arcidiacono evita quelle secche dove molto spesso abbiamo visto arenarsi lavori con tematiche simili. Autore con prospettive interessanti.

Premio legalità e miglior fotografia

U MUSCHITTIERI

L’opera di Vito Palumbo ci mostra un episodio dell’infanzia del giudice Falcone e mette in rilievo l’importanza del contesto familiare nello sviluppo di una coscienza civile tutta dalla parte del popolo; lo fa con qualità altissime, con una compattezza classica che ci sembra il mezzo più adatto per far giungere questa storia al grande pubblico.

Daniele Ciprì non lo scopriamo certo noi: abbiamo deciso di premiare la fotografia di questo film per la maniera in cui si adatta alla regia creando con essa una simbiosi perfetta che ci restituisce quell’atmosfera da fiaba che tanto abbiamo apprezzato. Un cortometraggio da mostrare nelle scuole di cinema.

Miglior corto immigrazione e miglior corto “La donna, la violenza e la vita”

TULIPE

Un tema attualissimo affrontato attraverso una storia particolare, diversa dal solito in cui l’altro finisce per essere molto più vicino e indispensabile dei propri cari. La chiarezza espositiva, lo stile classico e gli interpreti principali sono i punti di forza di questo lavoro.

Una madre schiacciata da un figlio che è un tipo piuttosto comune nell’italia contemporanea si libera grazie al diverso che si rivela speculare. Il bel film di Di Cicco è quasi una attualità filmata dell’Italia contemporanea e sarebbe perfetto per qualsiasi cineforum (sono tantissimi infatti gli spunti di riflessione).

Corto del territorio

CAVALLO DI RITORNO

Il giovane Simone Gervasio prende spunto da un fatto realmente accaduto per la sua opera prima. Il risultato è un film secco, privo di fronzoli che sembra debitore del cinema di Matteo Garrone. Ottimo lavoro e in prospettiva: molto promettente.

Miglior attore

Jacopo Cavallaro

Jacopo Cavallaro ci restituisce un personaggio ombroso e schivo, una figura isolata che aumenta la tensione della vicenda narrata. Alterna momenti intensi a momenti più misurati. Un valore aggiunto per il cortometraggio di Gervasio.

Menzione speciale

PASSENGERS

Menzione speciale per questo solido cortometraggio che mette in evidenza una tematica alcune volte dimenticata: la vita dei padri divorziati e il loro rapporto con i figlio. Attori eccellenti, regia asciutta e qualità tecnica molto alta conferiscono verità a un lavoro necessario. Bravi tutti.

Miglior montaggio

UOCCHIE C’ARRAGGIUNATE

Lavoro ben diretto che riprende la tradizione delle pellicole tratte dai classici della canzone napoletana, questo film metacinematografico, che può essere interpretato come un “effetto Kulesov” in chiave partenopea deve la sua forza a due elementi soprattutto: il trio d’interpreti e il montaggio. Quest’ultimo aspetto era fondamentale per la buona riuscita del progetto; non ha deluso le aspettative, secco e preciso e nulla è come sembra. Eccellente.

Miglior attore 6° memorial Stefano Nenna

Ex aequo:

GIANFRANCO GALLO

Interpretazione piena di significanti che evita magistralmente i significati, Gallo è attore indispensabile quando le parole non bastano più è occorre l’artista per dialogare con il pubblico; e lui lo fa divertendosi (aiutato da una regia impeccabile), coinvolge lo spettatore e quando il suo viso si apre in un sorriso nel finale, noi spettatori ridiamo e cantiamo con lui. Grandissimo.

GIANLUCA DI GENNARO

Gianluca ci regala un’interpretazione nervosa, un’anima che non sta letteralmente nella pelle. Il suo sguardo impenetrabile esplode nel finale in un urlo pieno di rivalsa (pieno di sud, ci verrebbe da dire). Artista pieno, ci conferma il suo talento nel bel film di Paolo Cipolletta. Non stupisce affatto che abbia lavorato per autori del calibro di Mario Martone.

Menzione speciale

STEFANO SIMONE

Costantemente in bilico tra cinema di genere e cinema d’autore, Simone si diverte spesso a disattendere le aspettative e cambiare strada, forte di un discorso sul cinema che arriva da lontano. Regista prolifico, con “Cattive storie di Provincia” sembra tornato alle passioni dei primi tempi quando l’urgenza era quella di raccontare per immagini. Di quest’ultimo lavoro abbiamo molto apprezzato la compagine di attori, tutti bravi, anche nei ruoli secondari.

SEZIONE SCENEGGIATURE

1° CLASSIFICATO

“Principianti” di Annalisa Mutariello

Particolarissima sceneggiatura fantasy racconta di due personaggi di un’immagine pubblicitaria che decidono di uscire dal disegno e farsi una vita fuori dallo studio del loro autore. I dialoghi tra i due sono profondi e, anche se i personaggi non vivono nella realtà, non hanno paura di affrontarla perché, dicono, “il mondo intero si muove in funzione del destino, per raddrizzarlo o per indirizzarlo. Ma alla fine il destino è una primadonna”. E loro fuggono da quel mondo dorato per affrontarlo e aprirgli una porta, lasciando il loro disegnatore senza personaggi. Una sceneggiatura ben fatta, una storia originale e divertente che ha positivamente colpito la giuria.

1° CLASSIFICATO

“L’ultimo saluto” di Manuela Boccanera

La sceneggiatura, originale e commovente, narra la storia di un eroe della Seconda Guerra Mondiale. Un eroe atipico perché Mario Contu non muore sul campo di battaglia, ma si offre per salvare quattro suoi commilitoni che rischiano la fucilazione per qualcosa che non hanno compiuto, un’accusa di sabotaggio. Mario si autoaccusa dicendo che “E’ meglio che sia una sola madre a piangere il proprio figlio”. La sua famiglia viene a saperlo solo anni dopo la fine della guerra tramite un suo compagno che non ce la fa a tenere il segreto del sacrificio di Mario. Il testo è ben costruito e ben scritto. La giuria ne ha apprezzato, oltre alla tematica, l’attenzione ai dettagli e alle sfumature di ogni scena.

3° CLASSIFICATO

“Al termine della notte” di Daniel Coffaro

Regina Star, speaker alla radio, tiene compagnia a chi non dorme e lavora di notte. Regina è la mamma di Luna, 10 anni, che è con suo padre a sistemare una motocicletta. Insieme vanno in radio da Regina e Luna prende il microfono per parlare al pubblico della sua mamma dicendo che “dopo la notte c’è sempre il giorno” e che basta attendere un po’ di più per apprezzare il ritorno del sole perché “L’amore è una magia che ci permette di essere generosi e di non sentirci soli”. Una costruzione originale per affrontare il tema della separazione visto con gli occhi dei bambini. La sceneggiatura ha colpito la giuria per la perfetta costruzione della storia e lo svolgersi delle scene su piani diversi e con dialoghi ben costruiti.

MENZIONE SPECIALE

“Ultimi frammenti di felicità” di Miriam Fatone

Per essere la più giovane partecipante al concorso per le sceneggiature di Corto e Cultura, per aver scritto una storia intrisa di vissuto personale legato ai luoghi e all’amore per la propria città, “Ultimi frammenti di felicità”. Per aver accostato l’imperfezione di ognuno di noi alle tante imperfezioni della nostra terra, imperfezioni che ci rendono e la rendono ancora più da amare e da curare.

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